Dal retail al contract: Santalucia Mobili nel mondo - Santalucia

Dal retail al contract: Santalucia Mobili nel mondo

28 Gennaio 2020
Share:

Santalucia Mobili continua a consolidare la propria posizione sui mercati esteri. Già nell’intervista al mensile UP!Economia il Responsabile Commerciale Livio Battiston illustrava numeri e dati sull’export a conferma del trend positivo.
Non solo Europa, ma anche India e Cina: economie “rampanti” in continua ascesa, che amano il design e la creatività Made in Italy, che stanno cambiando le regole del mercato nazionale e condizionando l’assetto economico mondiale.

Ma come si propone all’estero il “pacchetto” tutto italiano di competenze e professionalità? Risponde Jacopo Galli, Direttore Generale di Santalucia Mobili, che in questa intervista racconta come l’azienda si stia muovendo all’estero, e il progetto Italian Habit di cui Santalucia Mobili è capofila.

Si parla tanto di come le aziende italiane debbano “fare estero”, ma cos’è l’estero per Santalucia Mobili?
L’estero non è solo una questione di confini geografici, è un concetto molto più ampio che comprende stili, strategie, organizzazioni e politiche differenti. Ad esempio, c’è l’Europa, che ormai è un “estero italianizzato” per prontezza e velocità; c’è il “fuori Europa”, come Stati Uniti, Canada o Cina che hanno già una cultura consolidata in materia di import-export; c’è l’India che è un mercato molto giovane e vasto; ci sono i Paesi Arabi che sono grandi importatori di mobili.

Secondo un’indagine API (Associazione Piccole e Medie Imprese), il 55% delle PMI italiane non dispone di un ufficio dedicato alle vendite internazionali o di figure specializzate. Santalucia Mobili come è organizzata?
A livello di struttura organizzativa, dal 2013 abbiamo rinforzato, anno dopo anno, l’ufficio Export, che ora è composto da un direttore, due export manager e due risorse dedicate al back office. Non solo, abbiamo anche un ufficio Contract per grandi e piccole commesse composto da un contract manager, un progettista e un’altra persona che segue la parte documentale e logistica.

Di recente, Santalucia Mobili ha inaugurato degli showroom in “nuovi” Paesi.Sì, abbiamo aperto lo scorso maggio uno showroom a Ekaterinburg, in Russia, e a novembre due aree specializzate chiamate Galleria Santalucia a Nuova Delhi e a Pune, in India.

Nello specifico, quello a Nuova Delhi è un vero e proprio showroom, mentre quello di Pune è uno showroom inserito in un Design Center con un’ampia food court, uno spazio ben organizzato per le famiglie attorno al quale si sviluppa il “concetto casa” con la presenza di diversi marchi internazionali di arredamento. Inoltre, abbiamo già spedito i mobili per un’altra apertura prossimamente a Mumbai.

Ci sono altre realtà geografiche su cui Santalucia Mobili sta puntando?
Sì, grazie a piccole e medie forniture contract per progetti residenziali e turistici, stiamo aumentando la nostra presenza in mercati quali Inghilterra, India, Qatar e anche Grecia, e Cipro, oltre ad una prima significativa campionatura in Australia. Chiaramente l’Italia rimane il primo mercato e non possiamo sottovalutarlo, ma stiamo lavorando su più livelli per cercare di essere presenti su nuovi mercati fuori dall’Europa, perché nel futuro i grandi numeri sono là.

Per proporsi ai nuovi mercati bisogna lavorare anche sulla produzione e sulle tecnologie.
Certamente, per questo abbiamo avviato una nuova linea automatizzata di squadrabordatura, proprio per migliorare l’efficienza produttiva e avere una determinata organizzazione. Abbiamo rinforzato, inoltre, il reparto fuori misura con una seconda bordatrice monospalla e una seconda punto-punto. Stiamo cercando di lavorare sui numeri tramite una piattaforma web per il Controllo di Gestione, sul prodotto stesso, sulla comunicazione verso l’esterno e sull’aggiornamento tecnologico, per rispondere a tutte le esigenze dei mercati in cui siamo presenti e a cui vogliamo proporci in futuro. Come dicevamo prima, bisogna operare su più livelli.

Riassumendo, quali sono le principali differenze tra l’Europa e il “fuori Europa”?
Nei Paesi europei lo showroom è legato alla vendita e retail, nei Paesi ad esempio come l’India, invece, lo showroom è una buona vetrina anche per il contract, che è l’altro focus di crescita per Santalucia Mobili. Proprio riguardo al contract, saremo presenti a Londra, a marzo, ad una fiera dedicata, e parteciperemo anche alla fiera di Nuova Delhi a febbraio.
Un’altra differenza sta nella mentalità: quando si tratta di arredamento, all’estero, i clienti preferiscono avere un unico interlocutore invece di averne tanti e tutti diversi.

Quindi è per questo motivo che è nata Italian Habit.
Esatto, Italian Habit è un soggetto che raggruppa diverse aziende capaci di offrire soluzioni di arredamento per il mondo retail e contract. È un brand con la forza di un gruppo, ma senza i vincoli di un gruppo: una vera e propria rete in grado di arredare ogni ambiente facendo squadra, un concetto che piace molto all’estero.

Che ruolo ha Santalucia Mobili all’interno di Italian Habit?
Santalucia Mobili è l’azienda capofila di Italian Habit, grazie anche ai nuovi impianti tecnologici che ci permettono di soddisfare particolari richieste, ma va detto che in Italian Habit non c’è un’azienda più importante di un’altra. Tutti siamo parte della stessa “famiglia”, cioè di questo brand che mette in campo strutture e skill diverse per forniture d’arredo complete.

È il caso di dire che in Italian Habit “l’unione fa la forza”.
Assolutamente sì, personalmente questo concetto di rete di eccellenze italiane mi piace molto e penso vada promosso. Confido nel fatto che, nel tempo, si riescano a trovare collaborazioni anche con altre aziende che abbiano la stessa mentalità.
In Italia dobbiamo ancora capire che non possiamo continuare a ragionare e agire come singole aziende, ma che dobbiamo fare squadra perché all’estero “comprano” le competenze nel loro insieme.

Parlando invece di Santalucia Mobili come realtà a sé stante, ci sono altre collaborazioni in programma dopo quella, recente e ben riuscita, con OVS?
Dopo la collaborazione con OVS per arredare le vetrine degli store, ne abbiamo avviata un’altra con una catena internazionale di washing machine a cui forniamo l’arredo per le varie aperture. Stiamo cercando sempre più di esplorare il cosiddetto “oceano blu”, dedicandoci a campi diversi ma comunque inerenti al nostro prodotto, che possano diventare grandi opportunità.